A spasso lungo un tratto della costa dei trabocchi

Le gite fuori porta sono sempre una buona idea, soprattutto quando il sole splende in una giornata invernale e basta percorrere solo 30 km per rigenerarsi.

La Costa dei Trabocchi è un tratto di litorale dell’Adriatico di circa 40 km, che parte da San Salvo e arriva ad Ortona, caratterizzato dalla diffusa presenza di antiche palafitte in legno, i “trabocchi”.

Il trabucco o trabocco è un’antica macchina da pesca tipica delle coste garganiche, molisane e abruzzesi, tutelata come patrimonio monumentale del Parco del Gargano e del litorale adriatici, per la sua valenza storica d culturale.

La diversa morfologia della costa abruzzese e garganica ha determinato la compresenza di due diverse tipologie di trabocco: quella garganica prevede l’ancoraggio ad uno sperone di roccia di una piattaforma estesa longitudinalmente alla linea di costa, dalla quale si dipartono le antenne; quella abruzzese a bilancia, invece, nasce spesso su litorali meno profondi e si caratterizza per la presenza di una piattaforma in posizione trasversale rispetto alla costa, alla quale è collegata da un ponticello costituito da pedane di legno. Le bilance hanno un solo argano, azionato elettricamente, anche quando il mare è perfettamente tranquillo e la rete è molto più piccola di quella dei trabucchi garganici; altra caratteristica che differenzia le due tipologie è la lunghezza e il numero delle antenne, più estese sul Gargano (anche il doppio di quelle di Abruzzo e Molise); a Termoli le bilance hanno al massimo due antenne, sul Gargano e nel Nord Barese, sempre due o più.

Secondo alcuni storici, il trabucco sarebbe un’invenzione importata dai Fenici.

Alcuni ne datano la creazione prima del 1200, ma altri studiosi delle tradizioni locali preferiscono collocarli intorno al XVIII secolo, periodo in cui i pescatori abruzzesi dovettero ingegnarsi per ideare una tecnica di pesca che non fosse soggetta alle condizioni meteomarine della zona.

I trabucchi, infatti, permettono di pescare senza doversi inoltrare per mare: sfruttando la morfologia rocciosa di alcune zone pescose della costa, venivano costruiti nel punto più prominente di punte e promontori, gettando le reti verso il largo attraverso un sistema di monumentali bracci lignei.

«La macchina pareva vivere d’armonia propria, avere un’aria e un’effige di corpo d’anima» (G.D’Annunzio, “Trionfo della Morte”)


Parcheggiata l’auto a Marina di Fossacesia, passeggiamo sul lungomare fino al belvedere da dove si ammira il Trabocco di Punta Rocciosa, scelto da Alessandro Borghese in una puntata di 4 Ristoranti.

La giornata é splendida e il mare é una tavola.

C’é tanta gente che va in bici, lisció, fa paddling con la tavola da surf.

Il sole invernale é davvero un toccasana per l’umore!

Non abbiamo prenotato per pranzo, purtroppo i risto-trabocchi sono tutti chiusi, quindi cerchiamo un ristorante nei dintorni.

Passati i Trabocchi Pesce Palombo e Punta Punciosa ci fermiamo al Ristorante “Al Pescatore”, sulla SS16, e per fortuna troviamo un tavolo e pranziamo a base di pesce. Un buon compromesso tra qualità, quantità e conto.

Di fronte all’ingresso del ristorante c’é una stradina che porta a Punta Cavalluccio. Parcheggiamo l’auto nell’area riservata ai clienti e ci dirigiamo a piedi lungo l’ex tracciato ferroviario che costeggia l’intero litorale e che presto sarà una delle ciclo-vie più incredibili d’Italia (la ciclabile correrà lungo tutta la costa adriatica dalla foce del Po alla Puglia).

Arriviamo al Trabocco di Punta Cavalluccio, uno dei più famosi. Insieme al Trabocco Punta Torre e al Trabocco Punta Spezza Catene appartiene da generazioni alla più antica famiglia di traboccati, i Verì.

Su una panchina, posta in un punto rialzato, è possibile sedersi e scattare delle foto-ricordo con il Trabocco alle spalle o semplicemente fermarsi a guardare il mare.

Proseguendo sulla strada di ciottoli e canne ammiriamo un panorama di incredibile bellezza ricco di Trabocchi, scogli, e acque cristalline.

Passiamo il Trabucco Spezza Catene e ci fermiamo al Trabocco Punta Torre, in località Rocca San Giovanni.

All’ingresso un grosso sasso racconta una storia, scendiamo i gradini e attraversiamo la passerella.

Il Trabucco ben tenuto, risale al 1873, e come altri in zona, é stato inserito nel piano demaniale e ricostruito come era un tempo.

Facciamo due chiacchiere con il custode e non mi lascio scappare di tornare bambina dondolando sull’altalena!

Accanto al Trabocco Punta Torre c’è una spiaggetta deliziosa e all’orizzonte si scorge la silhouette del bel Trabocco di Punta Isolata.

Arriviamo quasi alla fine della strada asfaltata, ai piedi di Rocca San Giovanni e ci fermiamo ad ammirare la spiaggia della Foce, caratterizzata da un litorale in prevalenza ghiaioso e ciottoloso.

Più a nord c’é il Trabocco Sasso della Cajana (che, nel dialetto locale, rappresenta il gabbiano).

Scattata qualche foto, torniamo indietro a riprendere l’auto.

Percorrendo la statale SS16, in località delle Portelle, tra Fossacesia e San Vito Chietino, ci fermiamo al Belvedere Dannunziano, un promontorio mozzafiato a picco sul mar Adriatico.

Nell’800 vi fu costruita una casa, che nel 1889 Gabriele D’Annunzio acquistò e ristrutturò per il suo soggiorno assieme all’amante Barbara Leoni.

Qui D’Annunzio concepì uno dei suoi capolavori letterari, Il Trionfo della Morte.

Oggi sul promontorio sono sorti ristoranti dedicati al poeta e un parco dov’è sepolta l’amante di D’Annunzio.

Il sole sta scomparendo e dopo aver scattato qualche foto immaginando il poeta che ammira l’orizzonte, ci rimettiamo in macchina per rientrare a casa.

Considerazioni finali:

La costa dei trabocchi é un luogo magico, fatto di panorami stupendi, con promontori a picco sul mare, insenature, scogliere, spiagge di sabbia e calette rocciose.

Un viaggio in queste terre, anche di un solo giorno, più che un esplorazione di terra o di un tratto di mare, si rileva un viaggio dell’anima.

Di sicuro tornerò a visitare ancora questi luoghi incredibili e mi organizzerò quando i risto-trabocchi riapriranno così da degustare le loro specialità locali in un’atmosfera unica.

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